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mercoledì 10 settembre 2014

La felicità nel delitto da "Le diaboliche" di D'Aurevilly

 
Narra la storia di una donna molto bella, ma altera figlia di un soldato che essendo un bravo spadaccino decide di aprire una scuola di fioretto. La donna sin da piccola viene iniziata alla conoscenza di tale arma e come il padre, in breve tempo, acquista un'abilità notevole.
Nonostante la si incontrasse in chiesa o fuori a cavallo per le strade della città nessuno aveva mai visto il suo viso, nemmeno i pochi uomini che andavano da suo padre ad allenarsi perché aveva sempre la maschera per duellare.
Il conte di Savigny arrivato per qualche tempo in città si recò alla scuola di fioretto anche per conoscere Altachiara la famosa e misteriosa figlia del maestro e fu proprio lì che scoccò l'amore tra i due, ma nessuno si accorse di nulla, tanto è vero che poco tempo dopo il conte si sposò.
Alla morte del padre Altachiara decise di continuare il lavoro paterno: insegnare fioretto, ma con nessuno dei giovani che frequentavano la scuola aveva familiarità.
Poi misteriosamente scomparve.
Il medico, che è la voce narrante della storia, la ritrova con stupore a fare la cameriera a casa del conte. Niente trapela dai i due amanti, ma il dottore vuole scoprire il loro segreto.
La contessa sofferente chiama il medico ed egli cerca di capire se lei sospetta qualche cosa, ma lei non sa. Poco tempo dopo muore avvelenata e dopo un anno il conte si sposa con Altachiara e mai il loro amore venne incrinato dal rimorso di questo delitto perché il loro amore era talmente grande e completo e sazio uno dell'altro da ignorare tutto il resto.