La mattina avevamo deciso io e Carol di andare a fare compere. Mark mi disse
di prendere la macchina, ma io no volevo, non me la sentivo di guidare la
Mercedes, ma lui insistette tanto che fui costretta. Era piacevole stare con
Carol girammo in lungo e in largo verso mezzogiorno eravamo esauste così
andammo in spiaggia per fare un bagno.
C’erano tutti e
sdraiata vicino a Mark c’era naturalmente Catherine. Carol mi guardò con
sguardo dispiaciuto, ma io le dissi di non preoccuparsi che era arrivato il
momento di dare una lezione a quella sfrontata. Il cuore incominciò a battermi
all’impazzata, ma mi spogliai e senza attirare la loro attenzione andai a fare
il bagno. Feci una nuotata veloce e intanto la mia mente lavorava alacremente e
pensavo a come vendicarmi sino a che mi venne un’idea un po’ audace, ma volevo
provare. Uscii dall’acqua il cuore andava a mille cercai di tranquillizzarmi
facendo un bel respiro poi lentamente mi avvicinai a loro due. Non si erano
accorti di nulla era tutti e due supini. Mi misi vicino ai piedi di Mark che
erano leggermente divaricati e posi un ginocchio in mezzo alle gambe di Mark e
con le mani appoggiate sull’asciugamano
lentamente mi sdraia sopra di lui. Appenai Mark sentii il fresco del mio corpo,
appena uscito dall’acqua, sopra al suo spalanco la bocca ed emise un sospiro di
sorpresa allargando le braccia. Quando si rese conto che il peso sopra il suo
corpo era il mio mi abbracciò circondando con una mano i miei fianchi e con
l’altra accostò la mia testa alla sua e mi baciò. All’inizio fu un bacio lieve
poi quando si accorse che io non mi allontano divenne più esigente.
Catherine quando si
accorse cosa stava succedendo si alzo dicendo: “Voi due potete fare le vostre
smancerie in luoghi più appartati” e si allontano scocciata portandosi via il
suo asciugamano.
Quando realizzai che
era andata via puntai le mie mani sul petto di Mark e con forza mi staccai da
lui rotolando di fianco. Lui rimase un po’ sorpreso, ma girandosi di fianco mi
guardò con aria sorniona e mi disse: “Mi sei mancata.” Io senza voltarmi a
guardarlo gli risposi: “Certo come no e siccome eri troppo solo hai chiesto a Catherine di farti compagnia.” Lui
sorridendo rispose: “Ti stai comportando proprio come una vera fidanzata.” Io
spazientita allora risposi: “Ti sbagli mi sono stufata di fare la figura della
cretina e penso che sia arrivato il momento di mettere in riga la tua
amichetta.” Lui sorridendo in modo malizioso replico: “Quindi tutta questa
messa in scena è in onore di Catherine;
ed io che mi stavo illudendo che stavo iniziando a piacerti.”
Risposi
secca: “Quanto sei presuntuoso. Ma credi che tutte debbano cadere ai tuoi
piedi?” Lui continuo. “Cosa c’è in me che non ti piace?”
Io secca replicai: “Tutto. Se vuoi scusarmi ho
fame e vado a casa.” Feci per alzarmi e lui mi fermo per una mano, aspettami
sono a piedi devi darmi un passaggio hai tu la mia macchina. Continuando con lo
stesso tono secco gli dissi: “Spicciati che ho fame.”
Salutammo tutti e ci dirigemmo verso il
parcheggio dove avevo lasciato la macchina e cercai le chiave per dargliele ma
lui disse: “Guida tu.” Con riluttanza mi misi al volante e guidai verso casa
con Mark che guardava dalla mia parte in maniera insistente, alla fine
spazientita gli chiesi: “Che cosa hai da guardare?” Lui sorridendo mi rispose:
“Mi sorprendi continuamente!”
Sapevo a cosa si riferiva: al bacio di prima. A
dire il vero avevo sorpreso anche me stessa, ma ora ero convinta che fosse
stata la cosa giusta, lui non aveva protestato anzi aveva accolto con piacere
le mie avances e Catherine
avrebbe iniziato a capire che era il caso di girare alla larga.
Ora però dovevo stare attenta a Mark, non volevo nessun coinvolgimento con lui e
dovevamo mantenere le distanze. Questo fu l’atteggiamento che adottai nelle ore
successive. Vedevo che tentava di allungare la mano per stringere la mia, o
cercava di mettermi un braccio attorno alla vita ma ogni volta mi allontanavo
da lui sino a che iniziò a capire che nulla era cambiato da prima.
La sera andammo a cena con i suoi in un locale
molto carino e per l’occasione indossai il vestito da sera che mi aveva
prestato Susan. Era nero molto semplice una specie di sottoveste che però mi
stava molto bene e lo capii dallo sguardo di Mark quando scesi nel salone. Devo
essere sincera il suo sguardo mi fece piacere e durante tutta la serata notai
che più volte il suo sguardo si posava su di me.
Quando tornammo a casa i genitori poco dopo ci
salutarono per ritirarsi nella loro camera con il pretesto che erano stanchi e
per lasciarci da soli; Mark cercò di
trattenermi con lui prendendomi una mano e portandomi in veranda. Io lasciai la
sua mano e gli dissi che ero stanca e volevo andare a letto, ma lui mi guardò
appoggiandosi mollemente al pilastro della veranda e mi disse: “Ho
l’impressione che tu mi stia evitando!” Io lo guardai e gli risposi: “Sono
stanca e voglio andare a dormire.”
Lui continuò: “Hai paura che ti baci?” Lo
guardai e in quel momento arrossi, ma per fortuna ero in ombra e lui non se ne
accorse, ma si accorse dal tono della mia voce che non dicevo la verità: “Non
dire sciocchezze.” Lui allora si allontanò dal pilastro e guardandomi con aria
poco convinta rispose: “Bugiarda.”
Io per paura che si avvicinasse e confutasse
personalmente la sua teoria feci due passi verso la porta dicendo: “Buona notte
Mark vado a letto.” Lui sorridendo replicò: “Non mi sfuggirai così facilmente.”
Ma io per fortuna ero già lontana da lui vicino alle scale e quando arrivai
vicino al primo gradino salii le scale velocemente per arrivare al sicuro nella
mia stanza. Chiusi la porta e feci un respiro di sollievo.
Cosa mi era venuto in mente di baciarlo sulla
spiaggia, potevo semplicemente dire a Catherine
di spostarsi dall’asciugamano, ma volevo dimostrare a lei che io ero più
importante che lo avevo affascinato che ero desiderabile. Il bacio che Mark mi
aveva corrisposto mi aveva coinvolto, è vero che è da tanto tempo che non avevo
un ragazzo, ma la sensazione che mi aveva trasmesso era molto piacevole e se
poco fa fossi rimasta un attimo di più
sola con lui ero tentata di farmi
baciare ancora. Aveva ragione lui lo
stavo evitando per paura di essere ancora baciata.
Mi allontanai dalla porta e lentamente mi
spogliai, e mi ricordai degli sguardi che mi aveva lanciato durante la cena e
il solo pensiero mi provocò un certo languore. Mi misi a letto e continua a
fantasticare sino a che il sonno non arrivò.
La mattina seguente mi sveglia di ottimo umore e
non vedevo l’ora di rivedere Mark, il suo sguardo ironico, sentire la sua voce
averlo vicino a me. Quando scesi per la colazione trovai solo la mamma di Mark
che mi salutò con un sorriso e mi avvertì che Mark e suo padre erano fuori per
commissioni e sarebbero tornati nel tardo pomeriggio. Io allora dopo colazione
decisi di andare alla spiaggetta e dopo aver preparato la borsa con le mie cose
mi incamminai. Trascorsi il mio tempo a leggere fare bagni e rosolarmi al sole,
ma mi stavo annoiando, mi sentivo sola. Era una sensazione strana io che amavo
la solitudine, sarei potuta andare a raggiungere gli antri, ma avevo voglia
solo di una compagnia, solo di vedere i suoi occhi, solo di sentirlo vicino a
me, solo ed esclusivamente di lui.