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mercoledì 23 dicembre 2015

Avviso ai naviganti, E. Annie Proulx



Con il viso coperto dai foruncoli  e le viscere bombardate dai gas e dai crampi, Quoyle era sopravvissuto all’infanzia. All’università statale, con la mano sul mento, aveva camuffato la propria sofferenza con sorrisi e silenzi. Aveva attraversato a stento i primi vent’anni  e si era inoltrato nei trenta imparando a separare i sentimenti dalla vita, senza fare affidamento su nulla.  Aveva un appetito prodigioso, adorava il prosciutto e le patate al burro.
I suoi mestieri: fornitore di dolciumi per distributori automatici, commesso notturno in un negozio di generi alimentari, cronista di terz’ordine. A trentasei anni, orbato e traboccante di dolore e di amore frustrato, Quoyle aveva virato verso Terranova, l’isola che aveva generato i suoi antenati, un luogo che non aveva mai visitato, né mai aveva pensato di visitare.
Un luogo d’acqua. E Quoyle temeva l’acqua: Non sapeva nuotare. Più di una volta suo padre aveva mollato la presa per lasciarlo cadere in stagni, torrenti e laghi, oppure tra i flutti. Quoyle conosceva il sapore dell’acqua torbida e dell’elodea.
A partire da quel primo insuccesso nel mantenersi a galla, il padre vide sbocciare nel figlio minore  tutta una serie di insuccessi, come in un’esplosione di cellule virulente: l’insuccesso nel parlare in modo chiaro, nel tenere le spalle ritte. Nell’alzarsi la mattina. Un insuccesso nell’atteggiamento, nelle ambizioni e nelle capacità. Un insuccesso totale. In breve, il proprio insuccesso.
 Quoyle si trascinava, di un palmo più alto rispetto agli altri bambini. Era fiacco. Lo sapeva bene. «Grande grosso e rammollito», gli diceva il padre , pur non essendo lui stesso un pigmeo. E suo fratello Dick,  il cocco di papà, fingeva di vomitare ogni volta che Quoyle entrava nella stanza. «Faccia di lardo, moccioso, bomba puzzolente, maiale schifoso, lanciascorregge, cinghiale verrucoso, palla di grasso», gli sibilava, e lo riempiva di pugni e calci, finché Quoyle non si raggomitolava piagnucolando sul linoleum, con la testa fra le mani. Tutto dipendeva dal principale insuccesso di Quoyle, quello di non avere un aspetto normale.
Il suo corpo era un polpettone enorme e flaccido. A sei anni pesava trentasei chili. A sedici era sepolto da una corazza di carne: la testa a forma di melone, niente collo, i capelli rossicci mandati all’indietro. I lineamenti ravvicinati come le dita di una mano unite per lanciare un bacio. Gli occhi color plastica. Un mento mostruoso, una specie di mensola che gli sporgeva dalla parte inferiore del viso.”

Come non si può dall’inizio del romanzo non provare una simpatia travolgente per Quoyle. Un uomo che non è stato molto fortunato a partire dalla sua famiglia che lo ha sempre considerato un “insuccesso” quando riesce a farsene una di sua,  sposa Petal che la sera stessa che lo conosce esordisce dicendo: «Allora che ne dici? Mi vuoi sposare vero? » «Si» rispose lui serio.  Gettandosi in un amore doloroso.
Petal di giorno vendeva antifurti e di notte si trasformava in una creatura che non riusciva a star lontana dalle stanze da letto degli sconosciuti, che doveva possederli a tutti i costi. La loro vita in comune fu piuttosto sofferta. L’unica felicità di Quoyle furono le sue bambine Bunny di sei anni e Sunshine di quattro e mezzo capelli rossi e lentiggini come lui.
A trentasei anni la sua vita cambia quando: prima i genitori ammalati uno di cancro al fegato e l’altra di tumore alla testa decidono di ingoiare spontaneamente dei barbiturici per togliersi di mezzo e poi la moglie morta in un incidente stradale, decide con l’unico parente rimasto, zia Agnis , di trasferirsi a Terranova.
Da questo momento il romanzo diventa più interessante c’è la descrizione della vita dura della gente di Terranova, pescatori, marinai,  cacciatori di foche; un luogo con un tempo supera ogni immaginazione.
Quando arrivano sull’isola l’idea della zia era quella andare a stabilirsi nella vecchia casa di famiglia che rimasta chiusa per cinquant’anni era oramai in condizioni precarie e necessitava di numerosi interventi
La costruzione si ergeva desolata sulla roccia. L’unica particolarità era una grande finestra fiancheggiata da due finestre più piccole, come un adulto che abbraccia due bambini per proteggerli. Sulla porta, una lunetta a ventaglio. Quoyle  notò che metà delle finestre non avevano vetri: la vernice sul legno era scrostata. Il tetto pieno di buchi. E la baia continuava a muoversi agitata.
La casa era stata trasportata dagli avi dall’ultimo villaggio dal quale erano stati scacciati e legata con dei grossi cavi a una serie di anelli fissati nella roccia.
Poco dopo il suo arrivo va alla sede del giornale per il quale dovrà lavorare il “Gammy Bird”. Il giornale era un tabloid di quarantaquattro pagine, stampato su carta sottile. Sei colonne, titoli modesti – corpo trentasei era considerato sensazionale – il carattere era un sans serif robusto ma inconsueto. Pochissime notizie e un  numero incredibile di inserzioni pubblicitarie.
Come primo incarico al giornale Quoyle dovette  occuparsi di incidenti stradali e del bollettino marittimo: le navi in arrivo e in partenza nel porto­. Ma questo lo getta nello sconforto perché il direttore è mezzo matto, non conosce ancora la zona e deve occuparsi degli incidenti stradali, ma non può occuparsene perché gli fanno venire in mente quello che è successo alla sua defunta ex moglie.
Con la zia decideranno di sistemare la vecchia casa, Quoyle di sua iniziativa prenderà una barca che si dimostra essere una bagnarola, inizierà a stringere amicizia con le famiglie del posto Denis e Beety, crescerà lentamente un dolce affetto per la riservata Wavey.
A contatto con la gente del posto Quoyle riuscirà a dimostrare, per la prima volta quello che vale.
Fa da sfondo alla narrazione il clima di Terranova: il mare, la distesa di ghiaccio, la neve, le  tempeste e il vento impetuoso.
Il libro ha la particolarità che all'inizio di ogni capitolo e raffigurato un nodo con la sua descrizione e come precisa l'autrice senza l'ispirazione fornitale da Clifford W. Ashley con la splendida opera  del 1944, "Il libro dei nodi" questo romanzo sarebbe rimasto solo il filo di un'idea.