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mercoledì 1 ottobre 2014

Kafka sulla spiaggia, Haruki Murakami


è un romanzo di Haruki Murakami. La prima edizione originale è stata pubblicata nel 2002. La traduzione italiana, effettuata da Giorgio Amitrano, è stata pubblicata da Einaudi nel 2008. Lo stile del romanzo è riconducibile al filone del genere chiamato "realismo magico".
Non voglio raccontare la trama del romanzo cito i due personaggi principali che sono  un ragazzo di quindici anni, maturo e determinato come un adulto di nome Tamura, e un vecchio con l'ingenuità e il candore di un bambino:  Nakata. Entrambi si allontanano dallo stesso quartiere di Tokyo diretti allo stesso luogo, Takamatsu, nel Sud del Giappone. I due personaggi caratterizzati in modo splendido non si incontreranno mai ma c’è un legame tra loro, misterioso che il lettore coglie nella narrazione. Nel corso del viaggio, Nakata scopre di essere chiamato a svolgere un compito, anche a prezzo della propria vita. Seguendo percorsi paralleli, che non tarderanno a sovrapporsi, il vecchio e il ragazzo avanzano nella nebbia dell'incomprensibile schivando numerosi ostacoli, ognuno proteso verso un obiettivo che ignora ma che rappresenterà il compimento del proprio destino. Diversi personaggi affiancano i due protagonisti: Hoshino, un giovane camionista di irresistibile simpatia; l'affascinante signora Saeki, ferma nel ricordo di un passato lontano; Òshima, l'androgino custode di una biblioteca e poi i gatti, che sovente rubano la scena agli umani.

Questa di Murakami è una lettura intensa e molto particolare: c'è un alternarsi continuo di realtà e fantasia, un viaggio tra dimensioni parallele, che ti proietta in una realtà al contempo onirica e spirituale. La prima metà dell’opera , sebbene molto originale, è comunque abbastanza logica e verosimile, ma segue poi la seconda parte nella quale il tutto diviene più sfumato ed onirico. Si entra in un labirinto di pagine in cui è difficile capire dove sia il confine tra la realtà ed il sogno, tra ciò che accade nella mente dei protagonisti e ciò che avviene fuori.
Proprio " sogno" è il termine più adatto da utilizzare poiché alcune delle scene che vengono narrate hanno proprio questo sapore, sono prive di un significato logico, razionale e sembrano nascere dal subconscio dell'autore, la realtà si smaterializza e accadono cose del tutto inspiegabili seppur affascinanti.
Sorgono molte domande e , alla conclusione del libro, spetta al lettore cercare di rispondere. Non tutto viene infatti spiegato, anzi, quasi nulla.
Il contenuto dell'opera è molto ricco, si sfiorano temi delicati di filosofia, di morale e religione, passando per la storia dell'arte e della musica.  Murakami accenna ora alle guerre napoleoniche ora a Beethoveen senza annoiare nè perdere il filo del romanzo.
Lo stile è  inconfondibile:  frasi brevi, dirette e descrizioni sintetiche ma mai banali alleggeriscono e rendono più lieve una trama altrimenti molto complessa . Si avverte una sorta di delicatezza nella scelta delle parole e nelle conversazioni dei personaggi che non può non colpire.

Tutto in questo romanzo richiama metaforicamente la memoria ... la biblioteca Komura, il bosco impenetrabile, il quadro senza attribuzione temporale; e tutto richiama la vita e la morte delle cose come dei ricordi. Kafka è un adolescente che cerca la sua “memoria” sia come futuro ancora da vivere sia come eredità di un passato doloroso; Nakata è un vecchio che ha perso la memoria; la Signora Saeki aspetta la morte come “liberazione” dalla memoria.