è un romanzo di Haruki Murakami.
La prima edizione originale è stata pubblicata nel 2002. La traduzione
italiana, effettuata da Giorgio Amitrano, è stata pubblicata da Einaudi nel 2008.
Lo stile del romanzo è riconducibile al filone del genere chiamato "realismo
magico".
Non voglio raccontare la trama
del romanzo cito i due personaggi principali che sono un ragazzo di quindici anni, maturo e
determinato come un adulto di nome Tamura, e un vecchio con l'ingenuità e il
candore di un bambino: Nakata. Entrambi
si allontanano dallo stesso quartiere di Tokyo diretti allo stesso luogo,
Takamatsu, nel Sud del Giappone. I due personaggi caratterizzati in modo
splendido non si incontreranno mai ma c’è un legame tra loro, misterioso che il
lettore coglie nella narrazione. Nel corso del viaggio, Nakata
scopre di essere chiamato a svolgere un compito, anche a prezzo della propria
vita. Seguendo percorsi paralleli, che non tarderanno a sovrapporsi, il vecchio
e il ragazzo avanzano nella nebbia dell'incomprensibile schivando numerosi
ostacoli, ognuno proteso verso un obiettivo che ignora ma che rappresenterà il
compimento del proprio destino. Diversi personaggi affiancano i due
protagonisti: Hoshino, un giovane camionista di irresistibile simpatia; l'affascinante
signora Saeki, ferma nel ricordo di un passato lontano; Òshima, l'androgino
custode di una biblioteca e poi i gatti, che sovente rubano la scena agli
umani.
Questa di Murakami è una lettura intensa e molto
particolare: c'è un alternarsi continuo di realtà e fantasia, un viaggio tra
dimensioni parallele, che ti proietta in una realtà al contempo onirica e
spirituale. La prima metà dell’opera , sebbene molto originale, è
comunque abbastanza logica e verosimile, ma segue poi la seconda parte nella
quale il tutto diviene più sfumato ed onirico. Si entra in un labirinto di
pagine in cui è difficile capire dove sia il confine tra la realtà ed il sogno,
tra ciò che accade nella mente dei protagonisti e ciò che avviene fuori.
Proprio " sogno" è il termine più adatto da
utilizzare poiché alcune delle scene che vengono narrate hanno proprio questo
sapore, sono prive di un significato logico, razionale e sembrano nascere dal
subconscio dell'autore, la realtà si smaterializza e accadono cose del tutto
inspiegabili seppur affascinanti.
Sorgono molte domande e , alla conclusione del libro, spetta al lettore cercare di rispondere. Non tutto viene infatti spiegato, anzi, quasi nulla.
Sorgono molte domande e , alla conclusione del libro, spetta al lettore cercare di rispondere. Non tutto viene infatti spiegato, anzi, quasi nulla.
Il contenuto dell'opera è molto ricco, si sfiorano temi
delicati di filosofia, di morale e religione, passando per la storia dell'arte
e della musica. Murakami accenna ora
alle guerre napoleoniche ora a Beethoveen senza annoiare nè perdere il filo del
romanzo.
Lo stile è inconfondibile: frasi brevi, dirette e descrizioni sintetiche ma mai banali alleggeriscono e rendono più lieve una trama altrimenti molto complessa . Si avverte una sorta di delicatezza nella scelta delle parole e nelle conversazioni dei personaggi che non può non colpire.
Lo stile è inconfondibile: frasi brevi, dirette e descrizioni sintetiche ma mai banali alleggeriscono e rendono più lieve una trama altrimenti molto complessa . Si avverte una sorta di delicatezza nella scelta delle parole e nelle conversazioni dei personaggi che non può non colpire.
Tutto in questo romanzo richiama metaforicamente la memoria ... la biblioteca
Komura, il bosco impenetrabile, il quadro senza attribuzione temporale; e tutto
richiama la vita e la morte delle cose come dei ricordi. Kafka è un adolescente
che cerca la sua “memoria” sia come futuro ancora da vivere sia come eredità di
un passato doloroso; Nakata è un vecchio che ha perso la memoria; la Signora
Saeki aspetta la morte come “liberazione” dalla memoria.