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giovedì 22 gennaio 2015

Giuda, Amos Oz

Il libro libro dello scrittore israeliano è un grande romanzo che coinvolge non solo per lo stile fresco e invitante restituito egregiamente dalla traduttrice (E. Loewenthal), ma anche per la ricchezza delle problematiche che mette in campo narrando le vicende che coinvolgono i tre personaggi principali, magnificamente tratteggiati nelle loro sembianze fisiche, nei loro profili culturali e nei loro tratti psicologici.
La storia è ambientata tra la fine del 1959 e l'inizio del 1960, cioè a dieci anni dalla guerra che è seguita alla proclamazione dello Stato di Israele, in una suggestiva Gerusalemme, piovosa e irrigidita dai rigori dell'inverno. I tre personaggi principali del romanzo sono Shemuel, un giovane sui venticinque anni, corpulento, timido, sensibile, asmatico, "propenso tanto all'entusiasmo quanto alla precoce delusione". Reduce da una delusione amorosa e in difficoltà anche per un dissesto economico subito dalla famiglia, abbandona l'Università e trova lavoro e sistemazione in una casa abitata da un arguto ex professore di storia, ora vecchio e invalido che deve essere accudito: Gershom Wald, che vive con la vedova del figlio, Atalia, una donna quarantacinquenne, attraente, sensuale, segnata dalla vita e in lotta con il mondo. A questi tre personaggi si affiancano altre due figure chiave, due spettri potremmo dire, che non sono personaggi della storia narrata, ma che giocano un ruolo fondamentale nella vita dei protagonisti e nelle problematiche che Oz è interessato a discutere. Uno è Giuda Iscariota, l'apostolo che "ha tradito Gesù", che è oggetto delle appassionate ricerche di Shemuel che ha iniziato una tesi di dottorato intitolata "Gesù in una prospettiva ebraica"; l'altro è il padre di Atalia, ormai morto da anni, personaggio storico inventato da Oz, che è presentato come fautore di una prospettiva sionista antinazionalista e antistatalista, di una originale visione politico-culturale, sconfitta dalla storia.
Su questo spartito di base l'autore dà spessore alla sua narrazione focalizzando diverse decisive problematiche, che non è interessato a risolvere, ma piuttosto a presentare nella loro irriducibile complessità, attraverso la polifonia di voci che prendono corpo e si confrontano con i suoi personaggi.
L'altro tema importante del libro è quello che viene sviluppato sulla base degli interessi del giovane Shemuel che è impegnato in una ricerca sul Gesù in una prospettiva ebraica. Qui diventa centrale il problema dei rapporti fra Gesù e il mondo ebraico, tra ebraismo e cristianesimo e l'autore, rivisitando molti momenti della riflessione ebraica sulla figura di Cristo, focalizza l'attenzione sull'apostolo Giuda che entra nella ricostruzione che il giovane Shemuel fa della passione di Gesù con un ruolo nuovo e inaspettato.
Infine un terzo nucleo tematico è introdotto da Oz attraverso la figura di Shaltiel Abrabanel, padre di Atalia, personaggio storico inventato che assume un ruolo fondamentale per il discorso che l'autore vuole aprire sull'origine dello Stato di Israele e sulle tragiche vicende storiche che hanno segnato e continuano a segnare la sua esistenza. Abrabanel è presentato come il politico sionista che dichiarandosi contro la nascita di uno Stato ebraico si era scontrato con la prospettiva di Ben Gurion e per questo era stato poi emarginato e accusato di essere un traditore. Il suo progetto era quello di un convivenza tra arabi ed ebrei senza Stati, perché respingeva l'idea "di un mondo diviso in centinaia di Stati con frontiere, filo spinato, passaporti, bandiere, eserciti e monete diverse", la trovava un'idea arcaica e omicida. Prevedeva che la nascita di un piccolo staterello ebraico sarebbe stata condannata a un eterno ciclo di violenza e di odio. Prevedeva, cioè, quello che poi è successo. Oz costruisce il suo personaggio per aprire u  problema non per risolverlo, come è nella tradizione dei pensatori ebrei. Nel libro il vecchio Wald, che mette in guardia contro il pericolo dei programmi politici che vogliono riscattare l'umanità intera, afferma in ina delle sue conversazioni, in una prospettiva antitetica rispetto a quella di Abrabanel, che Ben Gurion è stato il più grande leader ebreo della storia.
Quindi anche su questo punto l'obiettivo principale dell'autore è quello di evidenziare la inestricabile complessità del problema e quindi di evitare di formulare giudizi definitivi, di condannare o di assolvere senza vedere, capire le ragioni di tutte le parti in causa