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domenica 21 febbraio 2016

L'uomo senza qualità, Robert Musil

"Sull'Atlantico un minimo barometrico avanzava in direzione orientale incontro ad un massimo incombente sulla Russia, e non mostrava per il momento alcune tendenza a schivarlo spostandosi verso nord. Le isoterme e le isobare si comportavano a dovere. La temperatura dell'aria era in rapporto normale con la temperatura media annua, con la temperatura del mese più caldo come con quella del mese più freddo, e con l'oscillazione mensile aperiodica. Il sorgere e il tramontate del sole e della luna, le fasi della luna, di Venere, dell'anello di Saturno e molti altri importanti fenomeni si succedevano conforme alle previsioni degli annuari astronomici. Il vapore acqueo nell'aria aveva la tensione massima, e l'umidità atmosferica era scarsa. Insomma con una frase che quantunque un po' antiquata riassume benissimo i fatti: era una  bella giornata d'agosto dell'anno 1913."
Leona
L'aveva notata per l'umida oscurità dei suoi occhi, per l'espressione tra dolorosa  ed appassionata del bel viso regolare ed oblungo e per le canzonette sentimentali che cantava invece di quelle ardite. Erano vecchie canzonette fuori moda che parlavano tutte di amore, dolore, fedeltà abbandono, mormorii di selve e guizzi di trote nei torrenti. Alta e grave, l'immagine stessa dell'abbandono, Leona stava sul piccolo palcoscenico e cantava paziente con la voce di una buona massaia; e se anche la canzone conteneva qualche strofetta arrischiata l'effetto era tanto più lugubre in quanto la ragazza sottolineava i sentimenti tradici come quelli maliziosi con gli stessi gesti faticosamente compitati.
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Dopo che si furono conosciuti Leona rivelò un'altra particolarità anacronistica: era straordinariamente vorace e questo è un vizio che da un pezzo è passato di moda. Esso derivava dalla struggente e finalmente liberata nostalgia di leccornie che l'aveva tormentata quand'era una bimba povera; ora, non più repressa aveva acquistato la forza di un ideale che finalmente ha abbattuto la sua prigione e s'è impadronito del potere.
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Ai tavole del cabaret Leona faceva il suo dovere; ma sognava un gentiluomo che con una relazione della durata della sua scrittura, la liberasse da quell'impegno e le permettesse di sedere in atteggiamento elegante in un ristorante elegante davanti ad un pasto elegante. Quando ciò le accadeva avrebbe voluto mangiare tutte le vivande della lista, ed era per lei una soddisfazione dolora e contraddittoria poter dimostrare invece che sapeva come si deve comporre un menù raffinato. Solo ne dessert poteva sbizzarrirsi, e di solito ne veniva fuori un secondo copioso pasto in ordine inverso. Col caffè e un'acconcia quantità di bevande stimolanti Leona si rimetteva in grado di cominciare d accapo e si eccitava con sorprese, finché la sua passione era soddisfatta. Allora il suo corpo era così pieno di cose squisite che stentava a non sfasciarsi.
Bonadea
Venne in luce che anche Bonadea nutriva grandi aspirazioni. Bonadea era la signora che aveva salvato Ulrich  la notte della rissa ed era venuta a visitarlo il mattino dopo, coperta di fitti veli. Egli l'aveva battezzata Bonadea, la buona dea, perchè come tale era entrata nella sua vita, e anche dal nome di una dea della castità alla quale nell'antica Roma era dedicato un tempio che per una strana inversione era divenuto il centro di tutte le dissolutezze.
Era moglie di un uomo stimato, e tenera madre di due bei ragazzi. La sua locuzone preferita era "estremamente corretto", e l'applicava a persone, domestici, affari e sentimenti ogni volta che voleva parlarne bene. Era capace di dire " il Vero, il Buono e il Bello" con la frequenza e la naturalezzacon cui un altro direbbe "giovedì".
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Aveva solo un difetto, quello di eccitarsi in misura veramente straordinaria alla sola vista di un uomo.  Non era affatto lussuriosa; era sessuale così come altre persone soffrono d'altri disturbi, per esempio, sudanoi alle mani o cambiano facilmente colore; era una disposizione innata, e lei non poteva farci niente.
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Per conseguenza Bonadea conduceva spesso una vita doppia, come uno che sia un rispettabile cittadino alla luce del giorno, ma nelle pause buie della coscienza faccia il borsaiolo; e quando nessuno la teneva tra le braccia, quella donna tacita e maestosa cadeva immediatamente in preda al disprezzo di sé, prodotto dalle bugie e dal disonore che ella affrontava allo scopo di essere  tenuta fra le braccia.
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Per scagionarsi ella aveva inventato la favoletta che il marito nei primi anni di matrimonio aveva suscitato in lei innocente quelle incresciose disposizioni. Questo marito assai più vecchio e più robusto di lei, era descritto come un brutale, e già nei primi momenti del suo nuovo amore ella aveva fatto ad Ulrich mesti e significativi accenni. Solo più tardi egli venne a sapere  he il marito di Bonadea era un giurista noto e considerato, molto attivo e capace nell'esercizio della sua professione, mansueto uccisore di selvaggina e ricercato frequentatore di circoli di cacciatori e di giuristi dove si discuteva delle cose che interessano gli uomini e non d'arte o d'amore.


sabato 20 febbraio 2016

ci mancherai


SFOGLIARE
I libri si rispettano usandoli, non lasciandoli stare.
LEGGERE
Chi non legge, a settant'anni avrà vissuto una sola vita. Chi legge avrà vissuto 5000 anni
CHI SCRIVE
Ognuno dovrebbe morire dopo aver scritto per non disturbare il cammino del testo.
CREDERE
I libri non sono fatti per crederci, ma per essere sottoposti ad indagine.

sabato 13 febbraio 2016

Il mondo di Anna, Jostein Gaarder

Anna fa strani sogni ricorrenti: sogna un futuro dove tutto è perduto, dove gli effetti devastanti della mano dell'uomo sulla natura sono drammaticamente evidenti. Anna è una ragazzina davvero strana, animata da un amore profondo per la natura e dotata di una fervida immaginazione che talvolta la confina in un mondo tutto suo; eppure lo psicologo che la segue non fa che ammirare l'impegno e il senso di responsabilità di un'adolescente dall'intelligenza non comune.
Nel piccolo villaggio della Norvegia dove vive, cerca di figurarsi il proprio futuro e subito scorge il sinistro profilo della catastrofe ambientale che minaccia la terra. Non sono gli studi, gli svaghi e l'amore per il suo ragazzo a riempire le sue giornate, ma la preoccupazione ossessiva per il destino incerto di alcune specie animali.
Ma all'avvicinarsi del giorno del suo compleanno Anna sogna di essere una adolescente di nome Nova che vive nel 2082; nella terra ormai  tante specie animali sono estinte, quelle che sono sopravvissute si trovano nei giardini zoologici, ma anche in cattività finiscono per estinguersi.
La causa principale dell'estinzione di così tante specie vegetali e animali è il riscaldamento globale, ormai fuori controllo.
Si rende conto che Nova in realtà è la sua pronipote e nei sogni ricorrenti che fa vede il mondo come potrebbe diventare settantanni dopo.
Sente allora che deve fare qualcosa e deve farlo adesso. Non è al comando di una superpotenza o di una grande multinazionale, eppure il piano che sta per concepire insieme al suo ragazzo Jonas che come lei non ha paura di osare, potrebbe cambiare per sempre, anche grazie ad un magico rubino rosso, il destino del pianeta.

giovedì 4 febbraio 2016

Filastrocca di Carnevale, di Gabriele D'Annunzio

Carnevale vecchio e pazzo
s'è venduto il materasso
per comprare pane e vino
tarallucci e cotechino.
E mangiando a crepapelle
una montagna di frittelle
gli è cresciuto un gran pancione
che somiglia ad un pallone.
Beve e beve e all'improvviso
gli diventa rosso il viso,
poi gli scoppia anche la pancia
mentre ancora mangia, mangia…
Così muore Carnevale
e gli fanno il funerale,
dalla polvere era nato
ed in polvere è ritornato.