Salii in camera mia e andai a fare una doccia e
poi mi cambiai e indossai un prendisole che metteva in risalto il po’ di colore
che avevo preso in giornata e poi molto lentamente scesi le scale.
Lo trovai nella veranda seduto comodamente su
una poltrona di vimini che sorseggiava del vino. Quando si accorse di me alzo
il calice in segno di saluto e mi guardò attentamente dalla testa ai piedi con
molta lentezza. Per nascondere il mio imbarazzo ricambiai lo sguardo fissandolo
dalle spalle coperte da una camicia crema che gli stava molto bene, alle gambe
accavallate fasciate da un paio di pantaloni blu molto eleganti ai suoi piedi che calzavano un paio di
mocassini molto costosi. Sorridendo mi chiese se avevo voglia di un bicchiere
di vino, io risposi affermativamente e quando si mosse sentii il suo profumo di
Patchouli che mi aveva turbato in
pizzeria, ora mi stava facendo lo stesso effetto.
Per togliermi dall’imbarazzo dissi: “Hai un
profumo che mi piace moltissimo.” Lui mi guardo con aria sorniona e disse: “Lo
so, per quello l’ho messo.” Si avvicinò porgendomi il calice e io per
cancellare quella sorta di complicità che sembrava nascere tra noi replicai:
“Sprechi il tuo tempo, tu non hai voglia di impegnarti e io pure.” Lui
sorridendo continuando a guardarmi in maniera insistente disse: “Questo non ci
impedisce di trascorrere una bella vacanza.” Capii tra le righe cosa stava
intendendo, ma non era la stessa cosa che volevo io quindi per mettere fine a
malintesi aggiunsi: “Grazie non mi interessa.” Lui sempre sorridendo si
risedette sulla sua poltrona e dicendo: “Come vuoi miss ghiacciolo.”
Per rompere il
silenzio dissi che aveva una bella casa e così mi parlò di come i suoi genitori
l’avevano comprata e ristrutturata e del tempo che ci trascorrevano durante
l’anno.
Poco dopo arrivò Maria
per avvertirci che la cena era pronta in tavola e poco dopo ci augurò la buona
notte e andò via. Mangiammo scambiandoci impressioni sul cibo, sulla casa e mi
accorsi che parlare con Mark era piacevole. Finita la cena sparecchiammo e
portammo tutte le cose in cucina, e poi Mark mi chiese se volevo andare a fare
una camminata, ma dal tono della richiesta capii che avrebbe preferito non
avermi tra i piedi io ringrazia ma
declinai l’invito perché ero stanca. Il viaggio e la giornata al mare mi
avevano stancata così ci augurammo la buonanotte e lui uscì.
Mi coricai e presi il
telefono per aggiornare Susan delle ultime novità rimanemmo diverso tempo a
chiacchierare poi ci salutammo e io mi girai da una parte e mi addormentai.
Feci un lungo sonno
come non mi capitava da tanto tempo, anche perché gli orari della pizzeria mi
obbligavano ad andare a letto tardi e la mattina non mi piaceva dormire sino a
tardi. Ma quella mattina mi sveglia alle sette bella fresca come una rosa, mi
stiracchiai e andai alla finestra per guardare il mare. Avre trascorso un’altra
bella giornata a rosolarmi al sole in compagnia di un bel libro così indossai
il costume e la casacca e con la borsa in spalla scesi giù.
Appena mi vide Maria
mi salutò cordialmente sgridandomi perché ero in piedi così presto, ma io le
spiegai che ero mattiniera e che mi piaceva andare al mare presto e ritornare
alle ore calde. Mi chiese cosa volevo per colazione, e insistetti per rimanere in cucina a mangiare evitando
che preparasse solo per me in salone. Mi chiese se il signorino dormisse ancora
e io disinvolta risposi che era tornato tardi ieri sera e che a Mark piaceva
alzarsi tardi. Lei fu soddisfatta della mia risposta, sorrise e mi guardò con
dolcezza. Mi preparò un sacchettino con dei biscotti appena sfornati e dopo
averla saluta mi diressi verso la spiaggia.
Sin che potevo
continuavo a stare il più possibile lontano da lui, pensavo che era la cosa
migliore prima di iniziare la commedia vera e propria in presenza dei genitori.
Verso mezzogiorno
presi le mie cose e tornai a casa e in salone davanti a una tazza di caffè
c’era Mark appena sceso dal letto. Aveva il viso assonnato e appena alzato era
ancora più affascinante. Mi guardò chiedendomi: “Buongiorno da dove vieni?” io
ricambia il saluto e risposi: “Dalla spiaggia sono andata a fare il bagno.” Mi
guardò ancora e mi chiese: “Vuoi del caffè?” Io sorrisi e risposi: “Veramente
preferirei un panino io sono pronta per il pranzo.” Dopo aver fatto uno
sbadiglio replico: “Già è mezzogiorno. I miei tornano per la cena quindi
ritieniti libera di fare quello che vuoi.” Io lo guardai e risposi: “Va bene
grazie. Penso che nel pomeriggio ritornerò al mare.” Lui si alzò e mi guardò
dicendo: “Ci vediamo più tardi e uscì dalla stanza.
Presi un panino che
era nel vassoio, e addentandolo mi accorsi che ero veramente affamata.
Quest’aria di mare mi stava stimolando l’appetito. Mentre mangiavo pensavo a
Mark che in questi due giorni sicuramente era stato a salutare i suoi vecchi
amici o qualche vecchia fiamma, dato che non mi aveva voluto tra i piedi, ma a
me non mi importava quello che in realtà stava iniziando a preoccuparmi era che
questa sera ci sarebbero stati i suoi genitori. Come dovevo vestirmi? E poi
come dovevo comportarmi con lui. Potevamo avere un atteggiamento distaccato,
non per forza dovevamo stare appiccicati come tiramolle in vin dei conti poteva
dire che non amavo le smancierie e tutto si sarebbe risolto.
Finito di mangiare
misi il cibo in cucina e sparecchiai, poi andai in camera mia e mi distesi sul
letto al fresco della mia camera e verso le quindici ritornai in spiaggia.
Verso le diciotto
inizia a preparare le mie cose perché ero stanca di sole e volevo ritornare in
camera a prepararmi per bene per l’incontro con i genitori di Mark. Quando
arrivai in casa c’erano delle valigie sistemate in salone e un signore che
riconobbi come il padre di Mark perché gli assomigliava veramente tanto seduto
in veranda. Mi avvicinai lentamente perché mi accorsi che aveva notato la mia
presenza e allungai la mano per presentarmi. Lui mi strinse calorosamente la
mano e mi chiese da dove venissi e se Mark era con me. Poco dopo vidi una bella
signora che doveva essere la mamma di Mark. Lei mi studio attentamente il viso,
sicuramente con tutto il sole che avevo
preso avevo gli occhi grossi come quelli di una rana. Cercai di controllare il
mio imbarazzo e allungai la mano per salutarla. Ricambiò la stretta e continuò
a studiarmi. Mi chiesero dove fosse Mark e io candidamente risposi che ero
andata a riposare e quando lui era uscito io dormivo ancora.
Il papà allora molto
conciliante disse: “Non vedrai l’ora di farti una bella doccia come pure noi
vai pure in camera tua ci vediamo per un aperitivo prima di cena.” Ci salutammo
e io mi diressi verso la mia camera ripensando allo sguardo enigmatico della
mamma di Mark.
Quando scesi erano
tutti già seduti in veranda a sorseggiare un bicchiere di viso fresco. Mark
quando mi vide disse: “Vi siate già presentati?” Io sorridendo risposi: “Si ci
siamo visti prima”. Mi sedetti a mia volta in poltrona e Mark mi chiese:
“Prendi del vino?” Io lo guardai e risposi: “Si grazie.”
Parlammo del più e del
meno e il padre di Mark faceva di tutto per mettermi a mio agio, ma la mamma
non che fosse ostile ma sentivo il suo sguardo addosso e pensavo che
probabilmente non le piacevo, troppo semplice per i suoi gusti. Non volevo
farmi delle idee sbagliate prima di giudicarla così feci finta di nulla e
risposi alle domande che mi facevano con molta naturalezza.
Dopo cena loro si
ritirarono perché erano stanchi, ci salutarono e rimanemmo soli io e Mark. Lui
dopo un po’ mi disse che i suoi amici lo aspettavano al bar, così lo salutai e
se ne andò poco dopo.
Io rimasi ancora in
veranda perché si stava bene c’era una bella brezza che portava il profumo del
mare e degli eucalipti del viale d’ingresso. Rimasi a fantasticare su Londra e
sul lavoro che mi attendeva tra qualche settimana. Non vedevo l’ora di partire
e di iniziare questa nuova esperienza, chissà se avrei trovato altre
opportunità di lavoro, forse si forse no ma non mi preoccupava. Stava per
iniziare una nuova vita.
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