Pagine

giovedì 13 novembre 2014

vacanze a sorpresa 8

 La mattina avevamo deciso io e  Carol di andare a fare compere. Mark mi disse di prendere la macchina, ma io no volevo, non me la sentivo di guidare la Mercedes, ma lui insistette tanto che fui costretta. Era piacevole stare con Carol girammo in lungo e in largo verso mezzogiorno eravamo esauste così andammo in spiaggia per fare un bagno.
C’erano tutti e sdraiata vicino a Mark c’era naturalmente Catherine. Carol mi guardò con sguardo dispiaciuto, ma io le dissi di non preoccuparsi che era arrivato il momento di dare una lezione a quella sfrontata. Il cuore incominciò a battermi all’impazzata, ma mi spogliai e senza attirare la loro attenzione andai a fare il bagno. Feci una nuotata veloce e intanto la mia mente lavorava alacremente e pensavo a come vendicarmi sino a che mi venne un’idea un po’ audace, ma volevo provare. Uscii dall’acqua il cuore andava a mille cercai di tranquillizzarmi facendo un bel respiro poi lentamente mi avvicinai a loro due. Non si erano accorti di nulla era tutti e due supini. Mi misi vicino ai piedi di Mark che erano leggermente divaricati e posi un ginocchio in mezzo alle gambe di Mark e con le mani appoggiate  sull’asciugamano lentamente mi sdraia sopra di lui. Appenai Mark sentii il fresco del mio corpo, appena uscito dall’acqua, sopra al suo spalanco la bocca ed emise un sospiro di sorpresa allargando le braccia. Quando si rese conto che il peso sopra il suo corpo era il mio mi abbracciò circondando con una mano i miei fianchi e con l’altra accostò la mia testa alla sua e mi baciò. All’inizio fu un bacio lieve poi quando si accorse che io non mi allontano divenne più  esigente.
Catherine quando si accorse cosa stava succedendo si alzo dicendo: “Voi due potete fare le vostre smancerie in luoghi più appartati” e si allontano scocciata portandosi via il suo asciugamano.
Quando realizzai che era andata via puntai le mie mani sul petto di Mark e con forza mi staccai da lui rotolando di fianco. Lui rimase un po’ sorpreso, ma girandosi di fianco mi guardò con aria sorniona e mi disse: “Mi sei mancata.” Io senza voltarmi a guardarlo gli risposi: “Certo come no e siccome eri troppo solo hai chiesto a Catherine di farti compagnia.” Lui sorridendo rispose: “Ti stai comportando proprio come una vera fidanzata.” Io spazientita allora risposi: “Ti sbagli mi sono stufata di fare la figura della cretina e penso che sia arrivato il momento di mettere in riga la tua amichetta.” Lui sorridendo in modo malizioso replico: “Quindi tutta questa messa in scena è in onore di Catherine; ed io che mi stavo illudendo che stavo iniziando a piacerti.”
 Risposi secca: “Quanto sei presuntuoso. Ma credi che tutte debbano cadere ai tuoi piedi?” Lui continuo. “Cosa c’è in me che non ti piace?”
Io secca replicai: “Tutto. Se vuoi scusarmi ho fame e vado a casa.” Feci per alzarmi e lui mi fermo per una mano, aspettami sono a piedi devi darmi un passaggio hai tu la mia macchina. Continuando con lo stesso tono secco gli dissi: “Spicciati che ho fame.”
Salutammo tutti e ci dirigemmo verso il parcheggio dove avevo lasciato la macchina e cercai le chiave per dargliele ma lui disse: “Guida tu.” Con riluttanza mi misi al volante e guidai verso casa con Mark che guardava dalla mia parte in maniera insistente, alla fine spazientita gli chiesi: “Che cosa hai da guardare?” Lui sorridendo mi rispose: “Mi sorprendi continuamente!”
Sapevo a cosa si riferiva: al bacio di prima. A dire il vero avevo sorpreso anche me stessa, ma ora ero convinta che fosse stata la cosa giusta, lui non aveva protestato anzi aveva accolto con piacere le mie avances e Catherine avrebbe iniziato a capire che era il caso di girare alla larga.
Ora però dovevo stare attenta a Mark,  non volevo nessun coinvolgimento con lui e dovevamo mantenere le distanze. Questo fu l’atteggiamento che adottai nelle ore successive. Vedevo che tentava di allungare la mano per stringere la mia, o cercava di mettermi un braccio attorno alla vita ma ogni volta mi allontanavo da lui sino a che iniziò a capire che nulla era cambiato da prima.
La sera andammo a cena con i suoi in un locale molto carino e per l’occasione indossai il vestito da sera che mi aveva prestato Susan. Era nero molto semplice una specie di sottoveste che però mi stava molto bene e lo capii dallo sguardo di Mark quando scesi nel salone. Devo essere sincera il suo sguardo mi fece piacere e durante tutta la serata notai che più volte il suo sguardo si posava su di me.
Quando tornammo a casa i genitori poco dopo ci salutarono per ritirarsi nella loro camera con il pretesto che erano stanchi e per lasciarci da soli;  Mark cercò di trattenermi con lui prendendomi una mano e portandomi in veranda. Io lasciai la sua mano e gli dissi che ero stanca e volevo andare a letto, ma lui mi guardò appoggiandosi mollemente al pilastro della veranda e mi disse: “Ho l’impressione che tu mi stia evitando!” Io lo guardai e gli risposi: “Sono stanca e voglio andare a dormire.”
Lui continuò: “Hai paura che ti baci?” Lo guardai e in quel momento arrossi, ma per fortuna ero in ombra e lui non se ne accorse, ma si accorse dal tono della mia voce che non dicevo la verità: “Non dire sciocchezze.” Lui allora si allontanò dal pilastro e guardandomi con aria poco convinta rispose: “Bugiarda.”
Io per paura che si avvicinasse e confutasse personalmente la sua teoria feci due passi verso la porta dicendo: “Buona notte Mark vado a letto.” Lui sorridendo replicò: “Non mi sfuggirai così facilmente.” Ma io per fortuna ero già lontana da lui vicino alle scale e quando arrivai vicino al primo gradino salii le scale velocemente per arrivare al sicuro nella mia stanza. Chiusi la porta e feci un respiro di sollievo.
Cosa mi era venuto in mente di baciarlo sulla spiaggia, potevo semplicemente dire a Catherine di spostarsi dall’asciugamano, ma volevo dimostrare a lei che io ero più importante che lo avevo affascinato che ero desiderabile. Il bacio che Mark mi aveva corrisposto mi aveva coinvolto, è vero che è da tanto tempo che non avevo un ragazzo, ma la sensazione che mi aveva trasmesso era molto piacevole e se poco fa fossi  rimasta un attimo di più sola con lui  ero tentata di farmi baciare ancora. Aveva ragione lui  lo stavo evitando per paura di essere ancora baciata.
Mi allontanai dalla porta e lentamente mi spogliai, e mi ricordai degli sguardi che mi aveva lanciato durante la cena e il solo pensiero mi provocò un certo languore. Mi misi a letto e continua a fantasticare sino a che il sonno non arrivò.
La mattina seguente mi sveglia di ottimo umore e non vedevo l’ora di rivedere Mark, il suo sguardo ironico, sentire la sua voce averlo vicino a me. Quando scesi per la colazione trovai solo la mamma di Mark che mi salutò con un sorriso e mi avvertì che Mark e suo padre erano fuori per commissioni e sarebbero tornati nel tardo pomeriggio. Io allora dopo colazione decisi di andare alla spiaggetta e dopo aver preparato la borsa con le mie cose mi incamminai. Trascorsi il mio tempo a leggere fare bagni e rosolarmi al sole, ma mi stavo annoiando, mi sentivo sola. Era una sensazione strana io che amavo la solitudine, sarei potuta andare a raggiungere gli antri, ma avevo voglia solo di una compagnia, solo di vedere i suoi occhi, solo di sentirlo vicino a me, solo ed esclusivamente di lui.

Nessun commento:

Posta un commento