Ogni mattina
Ogni mattina il mio stelo vorrebbe levarsi nel vento
soffiato ebrietudine di vita,
ma qualcosa lo tiene a terra,
una lunga pesante catena d'angoscia
che non si dissolve.
allora mi alzo dal letto
e cerco un riquadro di vento
e trovo uno scacco di sole
entro il quale poggio i piedi nudi.
di questa grazia segreta
dopo non avrò memoria
perchè anche la malattia ha un senso
una dismisura, un passo,
anche la malattia è matrice di vita.
ecco, sto qui in ginocchio
aspettando che un angelo mi sfiori
leggermente con grazia,
e intanto accarezzo i miei piedi pallidi
con le dita vogliose d'amore.
soffiato ebrietudine di vita,
ma qualcosa lo tiene a terra,
una lunga pesante catena d'angoscia
che non si dissolve.
allora mi alzo dal letto
e cerco un riquadro di vento
e trovo uno scacco di sole
entro il quale poggio i piedi nudi.
di questa grazia segreta
dopo non avrò memoria
perchè anche la malattia ha un senso
una dismisura, un passo,
anche la malattia è matrice di vita.
ecco, sto qui in ginocchio
aspettando che un angelo mi sfiori
leggermente con grazia,
e intanto accarezzo i miei piedi pallidi
con le dita vogliose d'amore.
Alda Merini, poetessa milanese, nasce nel capoluogo lombardo il 21 marzo 1931.
Minore di tre fratelli, le condizioni della famiglia sono modeste.
Alda frequenta le scuole professionali all'Istituto "Laura Solera
Mantegazza"; chiede di essere ammessa presso il liceo Manzoni, ma - sembra incredibile - non supera la prova di italiano. In questi anni dedica molto tempo anche allo studio del pianoforte.
Spinta da Giacinto Spagnoletti, suo vero scopritore, esordisce come
autrice alla tenera età di quindici anni. Spagnoletti sarà il primo a
pubblicare un suo lavoro, nel 1950: nella "Antologia della poesia
italiana 1909-1949" compaiono le sue poesie "Il gobbo" e "Luce".
Nel 1947 incontra quelle che definirà come "prime ombre della sua mente": viene internata per un mese all'ospedale psichiatrico di Villa Turno.
Nel 1951, anche su suggerimento di Eugenio Montale, l'editore Scheiwiller stampa due poesie inedite di Alda Merini in "Poetesse del Novecento".
In questo periodo frequenta per interesse di lavoro ma anche per amicizia Salvatore Quasimodo.
Sposa Ettore Carniti, proprietario di alcune panetterie di Milano,
nel 1953. Esce poi il primo volume di versi intitolato "La presenza di
Orfeo". Due anni dopo publica "Nozze Romane" e "Paura di Dio". Sempre
nel 1955 nasce la primogenita Emanuela: al medico pediatra dedica la
raccolta "Tu sei Pietro" (pubblicata nel 1961).
La poetessa inizia poi un triste periodo di silenzio e di isolamento:
viene internata al "Paolo Pini" fino al 1972, periodo durante il quale
non manca comunque di tornare in famiglia, e durante il quale nascono
altre tre figlie (Barbara, Flavia e Simonetta).
Dopo alternati periodi di salute e malattia, che durano fino al 1979,
la Merini torna a scrivere; lo fa con testi intensi e drammatici che
raccontano le sue sconvolgenti esperienze al manicomio. I testi sono
raccolti in "La Terra Santa", pubblicato da Vanni Scheiwiller nel 1984.
Nel 1981 muore il marito e, rimasta sola, la Merini dà in affitto una
camera della sua abitazione al pittore Charles; inizia a comunicare
telefonicamente con il poeta Michele Pierri che, in quel difficile
periodo del ritorno nel mondo letterario, aveva dimostrato numerosi
apprezzamenti sui suoi lavori.
I due si sposano nel 1983: Alda si trasferisce a Taranto dove rimarrà
tre anni. In questi anni scrive le venti "poesie-ritratti" de "La gazza
ladra" (1985) oltre ad alcuni testi per il marito. A Taranto porta a
termine anche "L'altra verità. Diario di una diversa", suo primo libro
in prosa.
Dopo aver nuovamente sperimentato gli orrori del manicomio, questa
volta a Taranto, torna a Milano nel 1986: si mette in terapia con la
dottoressa Marcella Rizzo alla quale dedicherà più di un lavoro.
Dal punto di vista letterario questi sono anni molto produttivi:
naturale conseguenza è anche la conquista di una nuova serenità.
Negli anni, diverse pubblicazioni consolideranno il ritorno sulla scena letteraria della scrittrice.
Nel 1993 riceve il Premio Librex-Guggenheim "Eugenio Montale" per la Poesia, come altri grandi letterati contemporanei prima di lei, tra i quali Giorgio Caproni, Attilio Bertolucci, Mario Luzi, Andrea Zanzotto, Franco Fortini.
Nel 1996 le viene assegnato il "Premio Viareggio" per il volume "La vita facile"; l'anno seguente riceve il "Premio Procida-Elsa Morante".
Nel 2002 viene pubblicato da Salani un piccolo volume dal titolo "Folle, folle, folle d'amore per te", con un pensiero di Roberto Vecchioni il quale nel 1999 aveva scritto "Canzone per Alda Merini".
Nel 2003 la "Einaudi Stile Libero" pubblica un cofanetto con
videocassetta e testo dal titolo "Più bella della poesia è stata la mia
vita".
Nel febbraio del 2004 Alda Merini viene ricoverata all'Ospedale San
Paolo di Milano per problemi di salute. Un amico della scrittrice chiede
aiuto economico con un appello che le farà ricevere da tutta Italia,
e-mail a suo sostegno. La scrittrice ritornerà successivamente nella sua
casa di Porta Ticinese.
Nel 2004 esce un disco che contiene undici brani cantati da Milva tratti dalle poesie di Alda Merini.
Il suo ultimo lavoro è datato 2006: Alda Merini si avvicina al genere noir con "La nera novella" (Rizzoli).
Alda Merini muore a Milano il giorno 1 novembre 2009 nel reparto di
oncologia dell'ospedale San Paolo a causa di un tumore osseo.
In memoria della sua persona e della sua opera, le figlie Emanuela,
Barbara, Flavia e Simonetta, hanno dato vita al sito internet www.aldamerini.it, un'antologia in ricordo della poetessa, un elogio all'"ape furibonda", alla sua figura di scrittrice e madre.
Nel 2016, in occasione della ricorrenza della sua nascita, Google le ha dedicato un logo.
Nessun commento:
Posta un commento