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sabato 15 novembre 2014

vacanze a sorpresa 9


Tornai a casa tardino e quando entri in salone trovai la mamma di Mark e poco dopo con mia gioia vidi arrivare Mark e sue padre. Entrarono con i mano dei sacchetti, dopo averli poggiati Mark mi guardò e mi chiese con tono ironico: “Hai sentito la mia mancanza? Io lo guardai e con aria di sfida e risposi: “Neanche un pò”.

Allora tutti risero e il padre di Mark replicò: “Beata la sincerità! Penso che hai trovato la donna giusta che ti metterà in riga.” Mark mi guardò e replicò sornione: “Bugiarda” Io lo fissai intensamente negli occhi e replicai: “Non dico le bugie, ma solo delle false verità” Lui replicò: “Brava così va meglio”.

Poco dopo la mamma di Mark si rivolse a me chiedendomi: “Ti farebbe piacere venire con me  devo comprare delle cose e mi piacerebbe avere un tuo parere. Io senza pensarci un attimo le risposi di si che mi avrebbe certamente fatto piacere. Poco dopo la mamma aggiunse: “Va bene allora per le quattro.” Un istante dopo girandosi verso Mark aggiunse: “Mark mi ha chiamato Catherine e voleva sapere se poteva fare un salto nel pomeriggio che voleva parlarti,  io le ho detto di si.” Mentre lo diceva mi guardava e poi guardò Mark.

Lui non fece vedere le sue emozioni, una maschera era calata sul suo viso. Io ero sconvolta ero stata con l’inganno allontanata da casa per dare modo a loro due di parlare tranquillamente: la sensazione che avevo avuto dall’inizio che la madre di Mark fosse favorevole alle nozze e che vedesse in me un ostacolo che impediva la riconciliazione tra i due era confermata dalla trappola che mi aveva teso nel pomeriggio. Io non diedi a vedere che ero ferita e umiliata salutai e mi ritirai in camera per dare libero sfogo alla mia rabbia. Quando fui tra le mura della mia camera mi resi conto che era giusto così, in fin dei conti ero un’estranea e poi che mi importava tra meno di una settimana sarei stata a Londra lontano da tutto questo e da Mark e avrei ripreso la mia vita.

Mi dispiaceva ammetterlo ma ero infastidita per come ero stata ingannata; la madre di Mark si era prima accertata che io fossi disponibile ad uscire con lei, dopo aver ricevuto il mio consenso oramai non potevo rimangiarmi la parola e quindi impedire l’appuntamento tra Mark e Catherine.

Verso le quattro indossai un tubino rosa e sopra una maglia bianca con una scollatura a V sia davanti che dietro, mi guardai allo specchio e nell’insieme il risultato mi convinceva abbastanza, non volevo farmi vedere di cattivo umore, così scesi cercando di essere sorridente. Quando arrivai in salone c’era già la mamma di Mark che mi aspettava e lì accanto a lei c’era Catherine di fronte era seduto Mark. Salutai guardando Catherine negli occhi e poi guardai Mark che ricambiò il mio sguardo.

 La madre di Mark alzandosi dalla poltrona disse: “Vogliamo andare mia cara?” Io cercando di essere il più disinvolta possibile senza distogliere il mio sguardo da lui risposi sorridendo di si. Mentre mi spostavo per raggiungere l’uscita passai vicino alla poltrona di Mark a arrivata vicino a lui mi inchinai mettendo una mano sul suo ginocchio e mentre mi chinavo a sfiorargli le labbra feci scorrere le mie dita sulla sua coscia con una carezza. Al tocco della mia mano Mark reagì allungando una mano dietro alla mia nuca per avvicinarmi a lui e ricambiò con un bacio molto più esigente. Io mi lascia andare a quel bacio senza riserve e mi parve fosse passato un secolo quando sentii la voce di Catherine che acidamente diceva: “Potreste dedicarvi alle vostre effusioni in luoghi più consoni.”

Mi staccai a malincuore da Mark dopo aver fissato i suoi occhi che si erano fatti stranamente dolci e uscii senza degnarla di una risposta e di uno sguardo, ancora scioccata delle sensazioni incredibili che quel bacio mi aveva lasciato.

Montai in macchina e la madre di Mark uscì dal viale e ci dirigemmo verso il paese. Restammo in silenzio per un po’, io ero ancora frastornata, sentivo sulle mie ancora le labbra calde di  Mark ed era una sensazione piacevolissima. Mi stava piacendo sempre di più maledizione, mi stavo facendo del male con  le mie stesse mani. Per lui ero un diversivo, nulla più però quando mi baciava sentivo che gli piaceva.

Ad un certo punto sentii la voce della mamma di Mark che mi diceva, allontanandomi dai mie pensieri: “Ti devo delle scuse per averti portato fuori con me questo pomeriggio.” Io la guardai stupita e lei continuò: “Vorrei che Catherine e Mark si chiarissero una volta per tutte, lei oggi mi ha chiamato dicendomi che non aveva ancora avuto occasione di parlare con Mark e mi ha chiesto se potevo aiutarla. Io so che lei si è comportata male nei confronti di Mark, ma non ho saputo dirle di no.”

Io la guardai e replicai: “Signora è giusto che ci sia questo chiarimento, io e Mark non ci conosciamo da molto tempo, non abbiamo parlato di matrimonio, non abbiamo fatto progetti, quando finirà questa vacanza io partirò per Londra per qualche mese. Per me è più importante la mia professione voglio lavorare, specializzarmi e non ho pianificato di farmi una famiglia. Posso essere la persona sbagliata per suo figlio, come anche no. Questo non lo so dire ora.”

 Lei mi guardò e mi rispose: “Mi piaci perché sei sincera. Sai quello che vuoi e ti garantisco che non ho nessuna intenzione di interferire in altri modi fra di voi.”

Detto questo rimanemmo ancora un po’ in silenzio, nel frattempo arrivammo al negozio dove aveva appuntamento, facemmo una visita dall’antiquario mi chiese consigli mi fece vedere delle cose molto interessanti, voleva regalarmi una collana di turche molto bella, era come se volesse sdebitarsi a tutti i costi e dopo molto insistenze mi feci convincere ad accettare il dono.

Finito i nostri giri mi propose di andare a bere un aperitivo in un baretto lì accanto io la seguii. Ci sedemmo in un tavolino accanto a un cespuglio di gelsomini e poco dopo arrivò un cameriere e facemmo le ordinazioni, ad un certo punto squillò il suo cellulare, lei rispose: “Pronto, ciao” “Siamo al bar da Nicodemo, Si va bene a dopo” Dopo aver messo il cellulare sul tavolino mi guardò e disse: “Stanno venendo qui.”

Io la guardai e il cuore mi balzò in gola. Ci mancava solo questo adesso venivano qui a darci la buona novella, che meraviglia non vedevo l’ora. Cosa mi aspettavo che lui cambiasse idea, l’avevo pur visto come la baciava, non si era mai tirato indietro, non l’aveva mai allontanata, voleva solo farla ingelosire, cercava solo una ragazza che si prestasse al suo giochetto solo per farla nuovamente decidere a sposarlo. Ma che stupida e pensare che avevo visto nel suo sguardo un luce di complicità, mi sembrava che il bacio scambiato poco prima fosse importante anche per lui in realtà si stava solo divertendo alle mie spalle.

Dopo un tempo che mi parve interminabile li vidi arrivare, ma Mark non era con Catherine, ma con suo padre, erano tutti e due sorridenti e quando si avvicinarono al nostro tavolo Tom il padre di Mark disse galantemente: “Aspettate qualcuno o possiamo unirci a voi belle signore?” Io non riuscivo a crederci e mentre guardavo Mark lui si chinò su di me e mi sfiorò la bocca con un bacio e mi disse: “Felice di vedermi?” Io non risposi ma con la mano avvicinai il suo viso al mio e gli chiesi un altro bacio.

Si sedettero e fecero le ordinazioni e Mark non mi staccava gli occhi di dosso. Io un po’ in imbarazzo feci vedere la collana che Sophia mi aveva regalato e poi parlammo anche degli acquisti fatti come se nulla fosse e inizia a rilassarmi.

 
 
 

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