Tornai a casa tardino e quando entri in salone
trovai la mamma di Mark e poco dopo con mia gioia vidi arrivare Mark e sue
padre. Entrarono con i mano dei sacchetti, dopo averli poggiati Mark mi guardò
e mi chiese con tono ironico: “Hai sentito la mia mancanza? Io lo guardai e con
aria di sfida e risposi: “Neanche un pò”.
Allora tutti risero e il padre di Mark replicò:
“Beata la sincerità! Penso che hai trovato la donna giusta che ti metterà in
riga.” Mark mi guardò e replicò sornione: “Bugiarda” Io lo fissai intensamente
negli occhi e replicai: “Non dico le bugie, ma solo delle false verità” Lui
replicò: “Brava così va meglio”.
Poco dopo la mamma di Mark si rivolse a me
chiedendomi: “Ti farebbe piacere venire con me
devo comprare delle cose e mi piacerebbe avere un tuo parere. Io senza
pensarci un attimo le risposi di si che mi avrebbe certamente fatto piacere.
Poco dopo la mamma aggiunse: “Va bene allora per le quattro.” Un istante dopo
girandosi verso Mark aggiunse: “Mark mi ha chiamato Catherine e voleva sapere se poteva fare un salto nel pomeriggio che
voleva parlarti, io le ho detto di si.”
Mentre lo diceva mi guardava e poi guardò Mark.
Lui non fece vedere le sue emozioni, una
maschera era calata sul suo viso. Io ero sconvolta ero stata con l’inganno
allontanata da casa per dare modo a loro due di parlare tranquillamente: la
sensazione che avevo avuto dall’inizio che la madre di Mark fosse favorevole alle
nozze e che vedesse in me un ostacolo che impediva la riconciliazione tra i due
era confermata dalla trappola che mi aveva teso nel pomeriggio. Io non diedi a
vedere che ero ferita e umiliata salutai e mi ritirai in camera per dare libero
sfogo alla mia rabbia. Quando fui tra le mura della mia camera mi resi conto
che era giusto così, in fin dei conti ero un’estranea e poi che mi importava
tra meno di una settimana sarei stata a Londra lontano da tutto questo e da
Mark e avrei ripreso la mia vita.
Mi dispiaceva ammetterlo ma ero infastidita per
come ero stata ingannata; la madre di Mark si era prima accertata che io fossi
disponibile ad uscire con lei, dopo aver ricevuto il mio consenso oramai non
potevo rimangiarmi la parola e quindi impedire l’appuntamento tra Mark e Catherine.
Verso le quattro indossai un tubino rosa e sopra
una maglia bianca con una scollatura a V sia davanti che dietro, mi guardai
allo specchio e nell’insieme il risultato mi convinceva abbastanza, non volevo
farmi vedere di cattivo umore, così scesi cercando di essere sorridente. Quando
arrivai in salone c’era già la mamma di Mark che mi aspettava e lì accanto a
lei c’era Catherine di fronte era
seduto Mark. Salutai guardando Catherine negli occhi e poi guardai Mark che
ricambiò il mio sguardo.
La madre di Mark alzandosi dalla poltrona disse:
“Vogliamo andare mia cara?” Io cercando di essere il più disinvolta possibile senza
distogliere il mio sguardo da lui risposi sorridendo di si. Mentre mi spostavo
per raggiungere l’uscita passai vicino alla poltrona di Mark a arrivata vicino
a lui mi inchinai mettendo una mano sul suo ginocchio e mentre mi chinavo a
sfiorargli le labbra feci scorrere le mie dita sulla sua coscia con una carezza.
Al tocco della mia mano Mark reagì allungando una mano dietro alla mia nuca per
avvicinarmi a lui e ricambiò con un bacio molto più esigente. Io mi lascia
andare a quel bacio senza riserve e mi parve fosse passato un secolo quando
sentii la voce di Catherine che acidamente diceva: “Potreste dedicarvi alle
vostre effusioni in luoghi più consoni.”
Mi staccai a
malincuore da Mark dopo aver fissato i suoi occhi che si erano fatti
stranamente dolci e uscii senza degnarla di una risposta e di uno sguardo,
ancora scioccata delle sensazioni incredibili che quel bacio mi aveva lasciato.
Montai in macchina e
la madre di Mark uscì dal viale e ci dirigemmo verso il paese. Restammo in
silenzio per un po’, io ero ancora frastornata, sentivo sulle mie ancora le
labbra calde di Mark ed era una sensazione
piacevolissima. Mi stava piacendo sempre di più maledizione, mi stavo facendo
del male con le mie stesse mani. Per lui
ero un diversivo, nulla più però quando mi baciava sentivo che gli piaceva.
Ad un certo punto
sentii la voce della mamma di Mark che mi diceva, allontanandomi dai mie
pensieri: “Ti devo delle scuse per averti portato fuori con me questo
pomeriggio.” Io la guardai stupita e lei continuò: “Vorrei che Catherine e Mark
si chiarissero una volta per tutte, lei oggi mi ha chiamato dicendomi che non
aveva ancora avuto occasione di parlare con Mark e mi ha chiesto se potevo
aiutarla. Io so che lei si è comportata male nei confronti di Mark, ma non ho
saputo dirle di no.”
Io la guardai e
replicai: “Signora è giusto che ci sia questo chiarimento, io e Mark non ci
conosciamo da molto tempo, non abbiamo parlato di matrimonio, non abbiamo fatto
progetti, quando finirà questa vacanza io partirò per Londra per qualche mese.
Per me è più importante la mia professione voglio lavorare, specializzarmi e
non ho pianificato di farmi una famiglia. Posso essere la persona sbagliata per
suo figlio, come anche no. Questo non lo so dire ora.”
Lei mi guardò e mi rispose: “Mi piaci perché
sei sincera. Sai quello che vuoi e ti garantisco che non ho nessuna intenzione
di interferire in altri modi fra di voi.”
Detto questo rimanemmo
ancora un po’ in silenzio, nel frattempo arrivammo al negozio dove aveva
appuntamento, facemmo una visita dall’antiquario mi chiese consigli mi fece
vedere delle cose molto interessanti, voleva regalarmi una collana di turche
molto bella, era come se volesse sdebitarsi a tutti i costi e dopo molto
insistenze mi feci convincere ad accettare il dono.
Finito i nostri giri
mi propose di andare a bere un aperitivo in un baretto lì accanto io la seguii.
Ci sedemmo in un tavolino accanto a un cespuglio di gelsomini e poco dopo
arrivò un cameriere e facemmo le ordinazioni, ad un certo punto squillò il suo
cellulare, lei rispose: “Pronto, ciao” “Siamo al bar da Nicodemo, Si va bene a
dopo” Dopo aver messo il cellulare sul tavolino mi guardò e disse: “Stanno
venendo qui.”
Io la guardai e il
cuore mi balzò in gola. Ci mancava solo questo adesso venivano qui a darci la
buona novella, che meraviglia non vedevo l’ora. Cosa mi aspettavo che lui
cambiasse idea, l’avevo pur visto come la baciava, non si era mai tirato
indietro, non l’aveva mai allontanata, voleva solo farla ingelosire, cercava
solo una ragazza che si prestasse al suo giochetto solo per farla nuovamente
decidere a sposarlo. Ma che stupida e pensare che avevo visto nel suo sguardo
un luce di complicità, mi sembrava che il bacio scambiato poco prima fosse
importante anche per lui in realtà si stava solo divertendo alle mie spalle.
Dopo un tempo che mi
parve interminabile li vidi arrivare, ma Mark non era con Catherine, ma con suo
padre, erano tutti e due sorridenti e quando si avvicinarono al nostro tavolo
Tom il padre di Mark disse galantemente: “Aspettate qualcuno o possiamo unirci
a voi belle signore?” Io non riuscivo a crederci e mentre guardavo Mark lui si
chinò su di me e mi sfiorò la bocca con un bacio e mi disse: “Felice di
vedermi?” Io non risposi ma con la mano avvicinai il suo viso al mio e gli
chiesi un altro bacio.
Si sedettero e fecero
le ordinazioni e Mark non mi staccava gli occhi di dosso. Io un po’ in
imbarazzo feci vedere la collana che Sophia mi aveva regalato e poi parlammo
anche degli acquisti fatti come se nulla fosse e inizia a rilassarmi.
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