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domenica 3 maggio 2015

I figli della mezzanotte, Salman Rushdie

Ho deciso di leggere il  romanzo di Salman Rushdi: I figli della mezzanotte perché quando, con il gruppo di lettura, abbiamo commentato Middlesex di Eugenides, Silvia ci aveva fatto notare che quest'ultimo romanzo era impostato come il romanzo di Rushdi cioè il racconto si sviluppava a ritroso dalla storia dei nonni sino ad arrivare al momento della nascita del protagonista.
Così succede con "I figli della mezzanotte": la storia inizia nel Kashmir nella primavera del 1915con il nonno Aadam Aziz neolaureato dottore che viene chiamato d'urgenza perché  la figlia del proprietario terriero Ghani è malata.
 
 
 Le visite di Aadam Aziz alla camera da letto con il raggio di sole e le tre lottatrici divennero eventi quasi settimanali, e ogni volta gli si concedeva di contemplare fugacemente, attraverso il lenzuolo mutilato un diverso cerchio di diciotto centimetri del corpo della ragazza. Infatti la ragazza non poteva far vedere il suo corpo agli estranei così il dottore, ogni volta che veniva chiamato si metteva dietro il lenzuolo da dove osservava la parte del corpo dolorante.
Aadam e Naseem alla fine si sposarono ed ebbero cinque figli Alia, Mumaz, due maschi Hanif ed Mustapha ed Emerald la più piccolina.
Il protagonista è figlio di Mumaz che era uscita dal ventre materno nera come la mezzanotte.
Nel romanzo c'è un continuo spostarsi della narrazione dal passato al presente e viceversa.
Saleem il protagonista nasce il 13 agosto del 1947 a mezzanotte precise e i familiari ne danno annuncio al giornale "Times of India". Quella notte si verifica una scambio tra le culle e Saleem che sarebbe di umili origini viene dato a genitori ricchi. Ma la particolarità di tutta la storia non è solo questa: ci furono milleuno bambini che nacquero tra la mezzanotte e l'una dello stesso giorno, "Ciò che rese l'avvenimento degno di nota fu la natura di questi bambini, ognuno dei quali, per qualche bizzarria biologica, o forse a causa di qualche potere sovrannaturale del momento, o anche ipoteticamente per mera coincidenza, era dotato di caratteristiche, talenti o facoltà, che si possono definire soltanto miracolosi."
 

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